L’hockey su ghiaccio non è uno sport per femmine: chi l’ha mai detto?
“Anzi, proprio l’hockey femminile potrebbe ridare a questo sport un’immagine più tecnica e meno rissaiola”, mi dice Davide Martoscia, responsabile dellle Black Widows, team femminile dell’HC Diavoli Rossoneri di Sesto San Giovanni.
Vero, anche se il mio primo ricordo di una partita di hockey femminile è di due ragazze che buttano i guanti sul ghiaccio e si prendono a pugni!
Eravamo appena entrati al Palaghiaccio e mio figlio, terzino in Under 16, davanti a questa scena ha esclamato “Se è così veniamo a vedere tutte le partite!” Diciamo che fu un caso, mentre l’atmosfera tipica è orientata al bel gioco e alla correttezza sia in campo che fuori. Senz’altro questa è la filosofia delle Black Widows, squadra emergente nel panorama dell’hockey, non solo femminile.
La loro storia è breve. Inizia sostanzialmente due anni fa, dall’incontro di alcune ragazze, che si allenavano con i maschietti dei Diavoli Rossoneri, con qualche ex-giocatrice dell’All Stars Milano, (seguendo l’ottimo esempio fatto nei primi anni duemila dal Cus Milano Hockey che ha consentito di tenere accesa la luce dell’hockey rosa milanese, ndr).
Io le ho conosciute lo scorso anno, quando giocavano nel campionato promozionale femminile di serie "B". I club di Sesto San Giovanni sono molto coesi tra loro. I ragazzi della under-16, tra cui appunto mio figlio, appena possono vanno a vedere le partite delle squadre più giovani, o dei Rossoneri o delle ragazze. Il sabato si gioca la nostra partita, la domenica la passiamo al Palazzo del Ghiaccio (il PalaSesto, ndr), a vedere la partita delle ragazze (o dell’under-14 a domeniche alterne), poi pattinaggio con il pubblico, poi i Diavoli Rossoneri…non ci si schioda più!
La prima volta che ho visto giocare le Black Widows, contro Asiago, siamo arrivati in ritardo, a secondo terzo avviato. Guardo il tabellone: 6-0 e penso beh, stanno tenendo, in fondo prenderne solo sei dall’Asiago non è male. Poi Ivana segna, esultiamo tutti. Riguardo il punteggio, aspettandomi il primo gol del Sesto e invece: 7-0! Ma allora sono forti, stanno stravincendo! Finisce 14-0, che diventerà il punteggio classico della stagione. Come conseguenza, è arrivata la promozione alla massima serie.
Ma come ha fatto questo gruppo di ragazze a passare in due anni da zero alla Serie "A", che per la cronaca include le campionesse in carica delle Eagles Bolzano, il Real Torino, le Appiano Lakers ed l’Agordo Feltre Hockey?
Secondo me il segreto sta proprio nella parola “gruppo”. Parlando con loro, con i responsabili, con l’allenatore, emerge una forte coesione, uno spirito di team che le coinvolge e le unisce anche oltre il fatto sportivo. Quando l’allenatore dice “Il problema di una è il problema di tutti”, e anche le ragazze lo confermano, è chiaro che questo modo di affrontare le cose si sente anche in campo. Certo, non facendo parte del gruppo non mi hanno mostrato la polvere sotto il tappeto. Voglio dire, qualche screzio ci sarà pure tra loro, non ci sono santi (piuttosto diavoli!) ma, al momento buono, la capacità di fare gruppo per superare le divergenze fa la differenza.
Allora, vediamo di conoscerle, queste ragazze. Non me ne vogliano le altre squadre. E’ la mia realtà, e di questa racconto e poi sono loro la novità del campionato di hockey femminile 2012-2013. Incontro Davide Martoscia al tavolino del bar del PalaSesto. Capisco subito che la stagione passata è dietro le spalle, lo sguardo è avanti. Certo, rimane l’orgoglio di aver visto giusto nel far nascere questa realtà, rimane la soddisfazione delle vittorie ottenute: perché nasconderla? “La storia ci ha dato ragione”, mi dice.
Ma ora bisogna pensare alla Serie "A". Cosa cambia nella squadra, dopo il salto tra le big?
“Prima di tutto devi considerare che stiamo riportando l’area milanese nella serie massima dell’hockey femminile. Aggiungi che siamo l’unica squadra di Sesto San Giovanni a giocare in Serie A e capisci che tipo di responsabilità ci stiamo trovando addosso.”
Come pensate di affrontare la nuova stagione?
Mi risponde Igor Milani, l’allenatore. “Con la stessa passione degli anni scorsi, ma mettendoci più impegno. Questo è un anno di conferma, le ragazze devono assimilare uno standard di gioco più elevato.”
Come pensate di arrivarci?
“Prima di tutto – prosegue il coach – continuando a divertirci. Questo è fondamentale. Ma non vuol dire che non ci sia rigore. La disciplina di comportamento e il rispetto non sono optional, in campo e negli spogliatoi.
"A livello di campionato, il nostro obiettivo è quello di contenere, di portare la squadra a un livello che le faccia giocare nel club della A ad un livello almeno dignitoso.” – ribadisce Davide – “non dimenticarti che avremo di fronte squadre come il Bolzano, L’Appiano Lakers, il Real Torino, il Feltre…ma intanto noi ci siamo.”
E come roster?
“Ci siamo rinforzati. La squadra conta 25-26 elementi. Ai due portieri si aggiungono Valeria Ghirimoldi, che ha esperienze a livello internazionale, e Sara Bubola, ex-Como. Nelle linee arriva, dal roller e da una famiglia con grandi tradizioni, Fabiola Berardi. E poi Rebecca Fiorese, Elisabetta Cella…”, senza per questo dimenticare le ragazze che hanno vissuto l’avventura dello scorso anno, a iniziare dal capitano Alessandra Martoscia.
“Certo, uno dei lavori di Igor sarà quello di amalgamare vecchie e nuove giocatrici. Ma lo spirito della squadra sta nella passione di stare insieme, e lo confermeremo anche quest’anno.”
“Al di là della squadra, però, tieni conto che il nostro primo interesse è l’espansione dell’hockey. La componente femminile, come ti dicevo, può servire a mitigare l’immagine violenta che molti erroneamente si sono fatti ed avvicinare più categorie di persone a questo sport. Noi stiamo lavorando anche con le altre società, in particolare Bolzano ed il suo esponente Manfred Kloetz, per far crescere il movimento nel suo insieme.”
Avete già in previsione qualche iniziativa?
“Non voglio anticipare finchè non ho la certezza. Comunque, stiamo pensando a qualche novità nel trofeo Danae, e ad organizzare degli Open Day per le ragazze…vedremo. Ti farò sapere a tempo debito!”
Tante prospettive, tanti traguardi per un anno sicuramente impegnativo. Le ragazze come lo stanno aspettando?
E’ di nuovo Igor a dirmi “Certamente con un po’ di preoccupazione. Capisci, la serie A è una realtà ignota, da affrontare senza riferimenti. Ma la nostra filosofia, quella che ti abbiamo spiegato, le aiuta a non farsi troppi patemi d’animo e affrontare la sfida a testa alta.”
Primo impegno?
“A Feltre, sabato 29 settembre … ovvero oggi per chi ci legge!”
Tessete la vostra ragnatela, Vedove Nere!